[0374] • PÍO XII, 1939-1958 • LOS PADRES, PRIMEROS EDUCADORES DE LOS HIJOS
De la alocución Or è più, a unos recién casados, 31 enero 1940
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[2.–] Cuando Dios confía un niño a los esposos cristianos, parece como repetirles lo que la hija del Faraón dijo a la madre del pequeño Moisés: “Toma este niño y edúcamelo” (1). Los padres son, en la intención divina, los primeros educadores de sus hijos. Conviene, sin embargo, reconocer que en las actuales condiciones de la vida social, la urgente preocupación del pan cotidiano les hace a veces difícil el pleno cumplimiento de un deber tan esencial.
1. Ex. II, 9.
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[5.–] La religión es, pues, el primer fundamento de una buena educación. [...] ¿Sería por ejemplo, coherente, querer corregir en un niño los defectos en que diariamente se incurre ante él? ¿Quererlo sumiso y obediente si en su presencia se critica a los jefes, a los superiores eclesiásticos y civiles, si se desobedece a las órdenes de Dios o a las leyes justas del Estado? ¿Sería razonable querer que vuestros hijos sean leales, si vosotros sois maliciosos; sinceros, si vosotros sois mentirosos; generosos, si vosotros sois egoístas; caritativos, si vosotros sois violentos y coléricos?
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[6.–] La mejor lección es siempre la del ejemplo. [...]
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[7.–] [...] Deben los padres dar a los hijos el tiempo mejor de que dispongan, en lugar de disiparlo lejos de ellos, en distracciones peligrosas o en lugares a donde se sonrojarían de conducirlos.
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[8.–] Con este amor dirigido por la razón, y con esta razón iluminada por el espíritu de fe, la educación familiar no estará sujeta a aquellos deplorables vuelcos que con frecuencia la comprometen: alternativas de una debilidad indulgente y de una severidad ruda: el paso de una condescendencia culpable que deja al niño sin guía, a la corrección violenta que le deja sin socorro. Al contrario, la ternura experimentada de un padre o de una madre, a la que corresponda la confianza filial, distribuye con igual moderación, porque es dueña de sí misma, y con igual éxito, porque posee el corazón de sus hijos, los elogios merecidos y los reproches necesarios.
[FC, 58-61]
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[2.–] Quando Iddio affida un fanciullo a sposi cristiani, sembra quasi ripeter loro ciò che la figlia di Faraone disse alla madre del piccolo Mosè: “Prendi questo bambino e allevamelo” (Es II, 9). I genitori nell’intenzione divina sono i primi educatori dei loro figli. Conviene tuttavia riconoscere che nelle attuali condizioni della vita sociale l’urgente preoccupazione del pane quotidiano rende loro talvolta difficile il pieno compimento di un così essenziale dovere.
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[5.–] La Religione è dunque il primo fondamento di una buona educazione. [...] Sarebbe, per esempio, coerente il voler correggere in un fanciullo i difetti nei quali si incorre ogni giorno davanti a lui? Il volerlo sottomesso e ubbidiente se in sua presenza si criticano i capi, i superiori ecclesiastici o civili, se si disubbidisce alle ordinazioni di Dio o alle giuste leggi dello Stato? Sarebbe ragionevole di volere che i vostri figli siano leali, se voi siete maliziosi; sinceri, se voi siete mentitori; generosi, se siete voi egoisti; caritatevoli, se voi siete avari; dolci e pazienti, se voi siete violenti e collerici?
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[6.–] La migliore lezione è sempre quella dell’esempio. [...]
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[7.–] [...] Anche i genitori debbono dunque dare ai figli il miglior tempo a loro disposizione, invece di dissiparlo lungi da essi in distrazioni pericolose o in luoghi ove arrossirebbero di condurli.
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[8.–] Con questo arnore diretto dalla ragione e con questa ragione illuminata dallo spirito di fede, la educazione familiare non sarà soggetta a quei deplorevoli sbalzi che troppo spesso la compromettono: alternative di una indulgente debolezza e di una burbera severità: passaggi da una condiscendenza colpevole, che lascia il fanciullo senza guida, ad una correzione violenta, che lo lascia senza soccorso. Invece la tenerezza sperimentata di un padre o di una madre, alla quale corrisponda la confidenza filiale, distribuisce con eguale moderazione, perchè è padrona di se stessa, e con eguale successo, perchè possiede il cuore dei suoi figli, gli elogi meritati ed i biasimi necessari.
[DR 1, 503-507]