[1285] • JUAN PABLO II (1978-2005) • LA TRANSMISIÓN DEL PECADO ORIGINAL POR GENERACIÓN
De la Alocución Il Concilio, en la Audiencia General, 1 octubre 1986
1986 10 01a 0005
5. El Decreto tridentino contiene otra afirmación: el pecado de Adán pasa a todos los descendientes, a causa de su origen de él, y no sólo por el mal ejemplo. El Decreto afirma: “Este pecado de Adán que es uno solo por su origen y transmitido por propagación y no por imitación, está en cada uno como propio” (DS 1513).
Así, pues, el pecado original se transmite por generación natural. Esta convicción de la Iglesia se indica también en la práctica del bautismo de los recién nacidos, a la cual se remite el Decreto conciliar. Los recién nacidos, incapaces de cometer un pecado personal, reciben sin embargo, de acuerdo con la Tradición secular de la Iglesia, el bautismo poco después del nacimiento en remisión de los pecados. El Decreto dice: “Se bautizan verdaderamente para la remisión de los pecados, a fin de que se purifiquen en la regeneración del pecado contraído en la generación” (DS 1514).
En este contexto aparece claro que el pecado original en ningún descendiente de Adán tiene el carácter de culpa personal. Es la privación de la gracia santificante en una naturaleza que, por culpa de los progenitores, se ha desviado de su fin sobrenatural. Es un “pecado de la naturaleza”, referible sólo analógicamente al “pecado de la persona”. En el estado de justicia original, antes del pecado, la gracia santificante era como la “dote” sobrenatural de la naturaleza humana. En la “lógica” interior del pecado, que es rechazo de la voluntad de Dios, dador de este don, está incluida la pérdida de él. La gracia santificante ha cesado de constituir el enriquecimiento sobrenatural de esa naturaleza que los progenitores transmitieron a todos sus descendientes en el estado en que se encontraba cuando dieron inicio a las generaciones humanas. Por ello el hombre es concebido y nace sin la gracia santificante. Precisamente este “estado inicial” del hombre, vinculado a su origen, constituye la esencia del pecado original como una herencia (peccatum originale originatum, como se suele decir).
[DP (1986), 185]
1986 10 01a 0005
5. Un’altra affermazione è contenuta nel Decreto tridentino: il peccato di Adamo passa in tutti i discendenti, a causa della loro origine da lui, e non solo del cattivo esempio. Il Decreto afferma: “Questo peccato di Adamo, che per origine è unico e trasmesso per propagazione non per imitazione, è presente in tutti come proprio di ciascuno” (6).
Dunque il peccato originale viene trasmesso per via di generazione naturale. Questa convinzione della Chiesa è indicata anche dalla pratica del battesimo ai neonati, alla quale si richiama il Decreto conciliare. I neonati, incapaci di commettere un peccato personale, tuttavia ricevono, secondo la secolare tradizione della Chiesa, il battesimo poco dopo la nascita in remissione dei peccati. Il Decreto dice: “sono veracemente battezzati per la remissione dei peccati, affinchè sia mondato nella rigenerazione ciò che hanno contratto nella generazione” (7).
In questo contesto appare chiaro che il peccato originale in nessun discendente di Adamo possiede il carattere di colpa personale. Esso è la privazione della grazia santificante in una natura che, per colpa dei progenitori, è stata distorta dal suo fine soprannaturale. È un “peccato della natura”, rapportabile solo analogicamente al “peccato della persona”. Nello stato di giustizia originale, prima del peccato, la grazia santificante era come la “dote” soprannaturale della natura umana. Nella “logica” interiore del peccato, che è rifiuto della volontà di Dio, datore di questo dono, è contenuta la perdita di esso. La grazia santificante ha cessato di costituire l’arricchimento soprannaturale di quella natura, che i progenitori trasmisero a tutti i loro discendenti nello stato in cui si trovava quando diedero inizio alle generazioni umane. Perciò l’uomo viene concepito e nasce senza la grazia santificante. Proprio questo “stato iniziale” dell’uomo, legato alla sua origine, costituisce l’essenza del peccato originale come un’eredità (peccatum originale originatum, come si suol dire).
[Insegnamenti GP II, 9/2, 761-762]
6. DENZ.-SCHöNM., 1513.
7. Ibid. 1514.