[1112] • JUAN PABLO II (1978-2005) • LA AUTORIDAD DE LOS PADRES
De la Homilía durante la Misa celebrada en la Plaza de Juan Pablo II en Térmoli (Italia), 19 marzo 1983
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2. [...] Gran misión ésta de la paternidad, de la que no pocos padres hoy están tentados de abdicar, optando por una relación “de igualdad” con los hijos, que acaba por privar a estos últimos del apoyo psicológico y del apoyo moral, que necesitan para superar felizmente la fase precaria de la niñez y de la primera adolescencia. Alguien ha dicho que hoy estamos viviendo la crisis de una “sociedad sin padres”. Se advierte cada vez con mayor claridad la necesidad de poder contar con padres que sepan desempeñar su papel, uniendo la ternura con la seriedad, la comprensión con el rigor, la camaradería con el ejercicio de la autoridad, porque sólo así podrán crecer armoniosamente los hijos, dominando los propios miedos y disponiéndose a afrontar con coraje las incógnitas de la vida.
Pero, ¿de dónde podréis sacar, queridísimos papás, la energía necesaria para asumir en las diversas circunstancias la actitud justa que vuestros hijos, aun sin saberlo, esperan de vosotros? La respuesta os la brinda San José: en Dios, fuente de toda paternidad, en su modo de actuar con los hombres, como nos revela la Sagrada Escritura, podéis encontrar el modelo de una paternidad capaz de incidir positivamente en el proceso educativo de vuestros hijos, no sofocando, por una parte, su espontaneidad, ni abandonando, por otra, su personalidad aún inmadura, a las experiencias traumatizantes de la inseguridad y de la soledad.
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3. José y su Esposa castísima, la Virgen María, no abdicaron de la autoridad que les competía como a padres. El Evangelio dice significativamente de Jesús: “...estaba bajo su autoridad” (Lc 2, 51). Era una sumisión “constructiva” aquella de la que fueron testigos las paredes de la casa de Nazaret, ya que dice también el Evangelio que, gracias a ella, el Niño “iba creciendo en sabiduría, en estatura y en gracia ante Dios y los hombres” (ib. v. 52).
En este crecimiento humano José guiaba y sostenía al Niño Jesús, introduciéndolo en el conocimiento de las costumbres religiosas y sociales del pueblo judío, y encaminándolo en la práctica del oficio de carpintero, del que, durante tantos años de ejercicio, él había asimilado todos los secretos. Éste es un aspecto que me apremia subrayar hoy: San José enseñó a Jesús el trabajo humano, en el que era experto. El divino Niño trabajaba junto a él, y escuchándolo y observándolo aprendía a manejar los instrumentos propios del carpintero con la diligencia y la dedicación que el ejemplo del padre putativo le transmitía. [...]
[DP (1983), 85]
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2. [...] Grande compito, questo, della paternità, al quale non pochi genitori, oggi, sono tentati di abdicare, optando per un rapporto “alla pari” con i figli, che finisce per privare questi ultimi di quel sostegno psicologico e di quell’appoggio morale, di cui abbisognano per superare felicemente la fase precaria della fanciullezza e della prima adolescenza. Qualcuno ha detto che oggi stiamo vivendo la crisi di una “società senza padri”. Si avverte sempre più chiaramente il bisogno di poter contare su padri che sappiamo svolgere il loro ruolo, unendo la tenerezza alla serietà, la comprensione al rigore, il cameratismo all’esercizio dell’autorità, perchè solo così i figli potranno crescere armoniosamente, dominando le proprie paure e disponendosi ad affrontare con coraggio le incognite della vita.
Ma dove potrete attingere, carissimi papà, l’energia necessaria per assumere nelle varie circostanze l’atteggiamento giusto che i vostri figli, anche senza saperlo, attendono da voi? La risposta ve la offre San Giuseppe: è in Dio, fonte di ogni paternità, è nel suo modo di agire con gli uomini, quale ci è rivelato dalla Sacra Scrittura, che voi potete trovare il modello di una paternità capace di incidere positivamente sul processo educativo dei vostri figli, non soffocandone, da una parte, la spontaneità, né abbandonandone, dall’altra, la personalità ancora immatura alle esperienze traumatizzanti dell’insicurezza e della solitu dine.
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3. Giuseppe e la sua sposa castissima, la Vergine Maria, non abdicarono all’autorità che loro competeva come genitori. Significativamente di Gesù è detto nel Vangelo: “ ...e stava loro sottomesso” (4). Una sottomissione “costruttiva” quella di cui furono testimoni le pareti della casa di Nazaret, giacchè è detto ancora nel Vangelo che, grazie ad essa, il Bambino “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio ed agli uomini” (5).
In tale crescita umana Giuseppe guidava e sosteneva il fanciullo Gesù, introducendolo alla conoscenza delle consuetudini religiose e sociali del popolo ebraico ed avviandolo alla pratica del mestiere di carpentiere, del quale egli, in tanti anni di esercizio, aveva assimilato ogni segreto. Questo è un aspetto che mi preme, oggi, sottolineare: San Giuseppe insegnò a Gesù il lavoro umano, nel quale egli era esperto. Il divino Fanciullo lavorava accanto a lui, ed ascoltandolo ed osservandolo imparava a maneggiare anche lui gli strumenti propri del carpentiere con la diligenza e la dedizione che l’esempio del padre putativo gli trasmetteva. [...]
[Insegnamenti GP II, 6/1, 761-763]
4. Luc. 2, 51.
5. Ibid. 2, 52.